È morto Jack DeJohnette, il leggendario batterista jazz: addio allo "stregone del ritmo"
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È morto Jack DeJohnette, il leggendario batterista jazz: addio allo “stregone del ritmo”

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Jack DeJohnette è morto a 83 anni per insufficienza cardiaca. Collaboratore di Miles Davis e Keith Jarrett, nel 2006 fu nominato ai Grammy.

Il mondo del jazz dice addio a Jack DeJohnette, uno dei batteristi più innovativi e rispettati della storia della musica. Scomparso a 83 anni per insufficienza cardiaca all’ospedale di Kingston, New York, era circondato dalla moglie, dalla famiglia e dagli amici più cari. La notizia è stata diffusa tramite i suoi canali ufficiali e confermata da fonti come AP News e The Guardian.

Nato a Chicago nel 1942, DeJohnette ha rivoluzionato l’approccio alla batteria jazz sin dagli anni ’60. Oltre ad aver suonato con i più grandi nomi del genere – da Miles Davis a Herbie Hancock – ha saputo fondere jazz, world music e sperimentazione sonora in uno stile unico, diventando un punto di riferimento per intere generazioni di musicisti.

Silhouette di un cantante in ombra
Silhouette di un cantante in ombra – newsmondo.it

Collaborazioni leggendarie e progetti innovativi

Nel 1969 partecipa a Bitches Brew, l’album seminale di Miles Davis che segna l’inizio del jazz fusion. Negli anni ’80 fonda un trio iconico con il pianista Keith Jarrett e il contrabbassista Gary Peacock, regalando performance tra le più raffinate nella storia del jazz moderno.

Nel 2006 pubblica Saudades con il Trio Beyond (Scofield alla chitarra, Goldings all’organo), un doppio live registrato a Londra che omaggia Tony Williams e include brani storici come Seven Steps To Heaven. Nello stesso anno, riceve una nomination ai Grammy per Music in the Key of Om, nella categoria Miglior Album New Age, confermando la sua versatilità musicale.

Eredità musicale e ultimi lavori

Definito da Jazz Dispensary “un vero stregone del ritmo”, DeJohnette è stato capace di trasformare ogni progetto in un laboratorio creativo. I suoi ultimi lavori includono Return (2016) e Hudson (2017), dischi che intrecciano atmosfere acustiche, sperimentali e folk.

Nel 2012 viene insignito del titolo di NEA Jazz Master, il massimo riconoscimento per un musicista jazz negli Stati Uniti. Marvin “Smitty” Smith, tra i tanti colleghi, ha espresso dolore per la perdita di “un mentore e maestro”.

Jack DeJohnette lascia un’eredità artistica immensa: la sua musica continua a parlare, pulsare e ispirare.

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ultimo aggiornamento: 28 Ottobre 2025 13:00

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